A Genzano di Roma c’è una azienda agricola che si vanta di avere “l’uovo a km 0“, e “le UOVA DI GALLINA ALLEVATE A TERRA con metodo tradizionale” – la didascalia continua – “in cui le galline sono libere di razzolare su una comoda lattiera di paglia come facevano le galline della nonna. Questo piccolo particolare migliora le condizioni di vita delle galline“. Ma i pannelli pubblicitari non lasciano dubbi sulla drammaticità della situazione reale.In molti negozi di alimentari e panifici dei Castelli Romani non è raro trovare cartoni o piccoli manifesti pubblicitari de “l’uovo di Genzano“. L’immagine che più colpisce è quella che viene spacciata come emblema della trasparenza e genuinità del prodotto: centinaia di galline ovaiole stipate in un capannone con una densità al limite della tortura e molto probabilmente fuori dai termini di legge (la densità degli animali non deve comportare più di nove galline ovaiole per m² di superficie utilizzabile).
Quello che lascia sbigottiti è l’uso quasi manipolatorio delle immagini per pubblicizzare il prodotto, dove viene mostrato il capannone (probabilmente appena allestito) delle galline ovaiole allevate a terra, stipate come meri oggetti da produzione. Spazi vitali inesistenti, nessuna possibilità di accovacciarsi per il rischio di venire schiacciate, nessuna possibilità di appartarsi, nessuna possibilità di fare i propri bisogni senza spargerli sulle compagne a fianco.
Il tutto condito con frasi ad effetto, da buon padre di famiglia e in ottica green: “l’uovo a chilometri zero“, le uova “RACCOLTE e CONSEGNATE nello stesso giorno presso i vari punti vendita“, “alleviamo le galline con metodo tradizionale per ottenere uova sempre più buone” e via dicendo. Omettendo che alle galline viene amputato il becco per evitare che si scannino a causa del forte stress dovuto alla folle densità; omettendo che le galline muoiono rimanendo anche per giorni nascoste in mezzo alla calca delle compagne; omettendo che in caso di malattie infettive migliaia di galline vengono sterminate insieme come se si falciasse il prato.
Lo stabilimento si trova a Genzano di Roma, presso l’Antica Fattoria Spanziani:
Questo articolo per ora vuol essere una semplice denuncia di una delle tante realtà del nostro territorio che, grazie alla consuetudine, permette l’esistenza di questi lager dello sfruttamento a norma di legge.
Vi invito a segnalare il più possibile situazioni analoghe, perché il presidio del proprio territorio è la prima forma di opposizione e azione diretta contro la mercificazione degli esseri viventi la cui unica colpa è quella di appartenere ad una specie diversa da quella umana.
Per darvi meglio l’idea di cosa sia un allevamento di galline ovaiole in Italia, che siano intensivi o bio o a terra, vi invito a guardare il video documentario “fabbriche di uova” realizzato da Essere Animali:
AGGIORNAMENTO:
A seguito delle spiacevoli telefonate ricevute da “l’uovo di Genzano”, ci siamo sentiti in dovere di attivare le autorità competenti per un sopralluogo urgente:
…anzi avrei inviato una segnalazione anche al garante della concorrenza e del mercato (http://www.agcm.it/) per pubblicità ingannevole!
…anzi avrei inviato una segnalazione anche al garante della concorrenza e del mercato (http://www.agcm.it/) per pubblicità ingannevole!
Spero che le autorità siano già intervenute!
…anche i Lager del terzo Reich erano a norma di legge…le leggi le fanno i potenti a cui non importa ne di animali ne di umani…ciao! e “in bocca al lupo”!
Spero che le autorità siano già intervenute!
…anche i Lager del terzo Reich erano a norma di legge…le leggi le fanno i potenti a cui non importa ne di animali ne di umani…ciao! e “in bocca al lupo”!
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