Sabato 12 aprile, presso il Parco Giovanni Falcone di Santa Maria delle Mole (Marino) dalle ore 10:30 si parlerà del progetto di cementificazione dell’area Divino Amore – Mugilla e le nocività che impattano sui nostri territori. Continua a leggere

Sabato 12 aprile, presso il Parco Giovanni Falcone di Santa Maria delle Mole (Marino) dalle ore 10:30 si parlerà del progetto di cementificazione dell’area Divino Amore – Mugilla e le nocività che impattano sui nostri territori. Continua a leggere
Cari abitanti di Santa Maria delle Mole (Marino), tra poco scompariranno 240 ettari di territorio comune sotto il cemento, in nome dell’interesse privato. Scomparirà la fauna tipica e caratteristica del luogo; gli istrici, le volpi, i tassi, i falchi, le rondini. Si impermeabilizzerà il suolo per l’equivalente di 170 campi da calcio. Verrà compromessa sensibilmente la capacità del terreno di assorbire l’acqua e di smaltire il calore. Presto non ci sarà più acqua utile per la rete idrica e si dovrà quindi scavare ancora più a fondo le falde aumentando la presenza di metalli pesanti, elementi radioattivi ed inquinanti (fluoruri, manganese ed arsenico). Continua a leggere
La progressiva espansione delle infrastrutture e delle aree urbanizzate a bassa densità, che comportano un forte incremento delle superfici artificiali e dell’impermeabilizzazione del suolo, sono una realtà sempre più diffusa nel nostro paese. Tali dinamiche insediative non sono giustificate da analoghi aumenti di popolazione e di attività economiche. Il territorio e il paesaggio vengono quotidianamente invasi da nuovi quartieri, ville, seconde case, alberghi, capannoni industriali, magazzini, centri direzionali e commerciali, strade, autostrade, parcheggi, serre, cave e discariche, comportando la perdita di aree agricole e naturali ad alto valore ambientale, con un uso del suolo non sempre adeguatamente governato da strumenti di pianificazione del territorio e da politiche efficaci di gestione del patrimonio naturale. Continua a leggere
In questo articolo potete trovare in forma scritta l’intervento di lunedì 31 marzo 2014 alla trasmissione RadiOpossum su Radio OndaRossa.
Venite a trovarci, venite a conoscere gli animali. Abbiamo sì bisogno di fondi, ma soprattutto abbiamo bisogno che le persone scoprano e vivano questo tipo di realtà. Il contatto diretto con gli animali e le persone è fondamentale. Solo con l’esperienza reale (non virtuale) si può veramente capire cos’è la tanto decantata liberazione totale. Continua a leggere
Ora, noi sappiamo che l’antropocentrismo nacque come razionalizzazione (in senso propriamente psicanalitico) di certe pratiche produttive che implicavano uno sfruttamento e un dominio cruento delle forme di vita non umane, pratiche a loro volta strettamente correlate alla produzione alimentare, e che tale prassi del dominio (e relativa cultura) fu la base di quella che ben presto sarebbe diventata la società della crescita. Ecco dunque che non mettere in discussione una visione antropocentrica dei rapporti con il mondo vivente non umano implica non mettere in discussione le norme di comportamento (in questo caso alimentari) che quella visione giustifica. Si gira intorno al problema evitando accuratamente di andare alla radice di esso. Anche a costo dell’incoerenza, che in ogni caso nessuno vede, senza che con ciò venga meno la buona fede, poiché la psiche umana mette a disposizione una nutrita serie di strumenti di difesa che garantiscono a priori tale cecità.
Ora, noi sappiamo che l’antropocentrismo nacque come razionalizzazione (in senso propriamente psicanalitico) di certe pratiche produttive che implicavano uno sfruttamento e un dominio cruento delle forme di vita non umane, pratiche a loro volta strettamente correlate alla produzione alimentare, e che tale prassi del dominio (e relativa cultura) fu la base di quella che ben presto sarebbe diventata la società della crescita. Ecco dunque che non mettere in discussione una visione antropocentrica dei rapporti con il mondo vivente non umano implica non mettere in discussione le norme di comportamento (in questo caso alimentari) che quella visione giustifica. Si gira intorno al problema evitando accuratamente di andare alla radice di esso. Anche a costo dell’incoerenza, che in ogni caso nessuno vede, senza che con ciò venga meno la buona fede, poiché la psiche umana mette a disposizione una nutrita serie di strumenti di difesa che garantiscono a priori tale cecità.
Ora, noi sappiamo che l’antropocentrismo nacque come razionalizzazione (in senso propriamente psicanalitico) di certe pratiche produttive che implicavano uno sfruttamento e un dominio cruento delle forme di vita non umane, pratiche a loro volta strettamente correlate alla produzione alimentare, e che tale prassi del dominio (e relativa cultura) fu la base di quella che ben presto sarebbe diventata la società della crescita. Ecco dunque che non mettere in discussione una visione antropocentrica dei rapporti con il mondo vivente non umano implica non mettere in discussione le norme di comportamento (in questo caso alimentari) che quella visione giustifica. Si gira intorno al problema evitando accuratamente di andare alla radice di esso. Anche a costo dell’incoerenza, che in ogni caso nessuno vede, senza che con ciò venga meno la buona fede, poiché la psiche umana mette a disposizione una nutrita serie di strumenti di difesa che garantiscono a priori tale cecità.
Nel corso degli ultimi mesi sono state numerose le novità, a volte fortunatamente solo annunciate, riguardanti la gestione del territorio delle frazioni di Marino e delle aree limitrofe.
Si è trattato, in ogni caso, di interessi speculativi che rischiavano (e rischiano) di devastare centinaia di ettari di Agro Romano, inquinando le sue falde acquifere, distruggendo le evidenze archeologiche e andando, in generale, a peggiorare sensibilmente la qualità della vita di decine di migliaia di residenti attuali e futuri. Continua a leggere
Questo paesaggio tra un po’ non esisterà più. Il comune di Marino (RM) preferisce fare cassa con la speculazione edilizia piuttosto che pensare al reale benessere dei sui cittadini. Milioni di metri cubi di cemento, tangenti, favori, ricorsi, malaffare, profitto, mescolati insieme per distruggere il territorio, avvelenare le falde, cementificare aree archeologiche, cancellare l’identità rurale, seppellire corsi d’acqua, disperdere la fauna.
Anno nuovo, vita vecchia o progetti vecchi: Italcementi Colleferro ha ripresentato il 7 gennaio 2014 alla Regione Lazio presso l’Area di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) il suo vecchio, lucroso quanto pericoloso progetto: bruciare “fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane”, pneumatici fuori uso (PFU), residui di materie plastiche non clorurate. Continua a leggere